Interviste e percorsi

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Dai tuoi interessi al mondo del lavoro

Educare alla sostenibilità lavorando nella natura

Intervista a Flora Rossi, guida naturalistico-ambientale laureata in Scienze forestali

Flora Rossi, da 24 anni è guida naturalistica e educatrice ambientale e alla sostenibilità fra le meravigliose Dolomiti Bellunesi. Con la sua cooperativa Mazarol, creata assieme ad altre guide nel 2002, educa grandi e piccini alla natura e alla cura dell’ambiente, per essere più gentili e rispettosi nei confronti della montagna.

Il Mazarol è una figura tipica delle leggende dolomitiche. Un folletto tutto vestito di rosso, furbo e amante dei boschi in cui vive. Burbero ma di indole buona; le leggende raccontano che chi metteva il piede su una sua orma veniva come per magia condotto alla sua caverna dove dimenticava subito tutto di se stesso.

Talvolta capita, nella meraviglia della natura, di dimenticare se stessi e rimanere estasiati dalla bellezza che si ha intorno. Imparare a osservare con rispetto, gentilezza e silenzio: ecco ciò che propone Flora, in arte e sui social “Flo Mazarol” con i suoi collaboratori.

INDICE

  • Che cosa trova più esaltante del suo lavoro?
  • Ci spiega che cosa fa una guida ambientale?
  • Fate altre attività oltre alle escursioni?
  • Come si svolge una sua giornata tipo?
  • Che cosa ha imparato studiando e che cosa sul campo?
  • Come si arriva a fare il suo lavoro?
  • Che cosa è bene sapere se si vuole fare il suo lavoro?
  • SCIENZA IN PRATICA - La convivenza con il lupo

PER APPROFONDIRE

  • Scopri dove studiare Scienze forestali

Che cosa trova più esaltante del suo lavoro?

La cosa che mi piace di più del mio lavoro è che nonostante possa venire spontaneo essere dei pessimisti cronici rispetto all’approccio della gente verso l’ambiente, quando incontro le persone di varie categorie, età e condizione sociale, riesco a stupirmi, perché mi rendo conto che a tu per tu non è così difficile instillare in loro il dubbio e la voglia di cambiare. Il punto è saperle “agganciare” nel modo giusto. Io lavoro molto sui pregiudizi e i preconcetti che hanno molte persone, come l’idea del “lupo cattivo”. In realtà sappiamo che cattivo non è, anche se così ci viene insegnato sin nelle fiabe che ascoltiamo da bambini. Parimenti, per tante persone inesperte una passeggiata vale l’altra, come se tutti i luoghi fossero uguali quanto a pericolosità, ma non è così: la montagna è un luogo severo in cui servono preparazione, conoscenza delle proprie capacità e, di nuovo, rispetto.

Ci spiega che cosa fa una guida ambientale?

Nella nostra cooperativa lavoriamo su vari fronti: sia proponendo escursioni a grandi e piccoli, e a persone con un diverso livello di allenamento, anche organizzando attività e laboratori nelle scuole, approfondimenti per adulti. Proponiamo centri estivi, momenti di divulgazione per la cittadinanza, e partecipiamo a progetti di educazione ambientale. Il cuore di questa nostra “missione”, oltre a presentare le meraviglie della natura, è raccontare le buone pratiche che le persone possono piano piano fare proprie. Devo dire che noi siamo dei privilegiati perché lavoriamo in un territorio ricchissimo, quello delle Dolomiti Bellunesi, con l’unico Parco Nazionale del Veneto. Abbiamo la possibilità di raggiungere in poco tempo la Foresta del Cansiglio, una delle più magiche d’Europa, dove è molto facile avvicinare le persone ai vari aspetti del vivere maggiormente a contatto con la natura. Per chi viene da fuori, il nostro è un invito a ragionare su quali sono le condizioni ambientali della zona in cui vivono e valutare come questo impatti sulla loro qualità della vita. Moltissimi sono infatti coloro che scappano da noi nel weekend per “ricaricarsi”, per “fuggire” dal posto in cui vivono. Il nostro compito non può più solamente essere incentivarli a scegliere noi per la loro fuga settimanale, ma aiutarli a capire come migliorare la qualità della propria vita quotidiana.

Fate altre attività oltre alle escursioni?

Oltre alle escursioni, lavoriamo tanto con le scuole, a partire dalle scuole dell’infanzia, portando i bambini in natura per la prima volta e incoraggiandoli a mettere in gioco i loro sensi e la capacità di osservare. I bambini hanno una sensibilità ambientale enorme. Un esempio è il percorso sul lupo, per spiegare ai bambini che non è “cattivo” come pensano. Un altro sono le attività che allenano i bambini all’ascolto dei suoni della natura, per riconoscere ciò che si ha intorno. Un’attività che piace sempre molto ai piccoli è scavare nel suolo per trovare il lombrico e scoprire così che un verme, il quale solitamente viene usato come appellativo per indicare la più becera bassezza, in realtà è uno degli animali più importanti, perché con i suoi piccoli gesti concima il pianeta e fa diventare grandi gli alberi. I bambini queste cose non le dimenticano più.

Con i liceali si ha la possibilità di impostare discorsi scientifici più complessi. Facciamo Land Art e improvvisazioni teatrali. In un liceo per esempio i ragazzi interpretavano un camoscio in amore che doveva scontrarsi con altri camosci per conquistare le attenzioni della femmina. Si sono divertiti molto, e la prossima volta che andranno in montagna sapranno che cosa osservare!

Come si svolge una sua giornata tipo?

La maggior parte del tempo purtroppo la devo passare davanti al computer, per espletare tutta la parte di segreteria: verificare il meteo per le escursioni, incastrare tutte le attività e il calendario delle guide, che sono professionisti a partita iva. Attualmente, io sono l’unica dipendente della cooperativa. Gran parte del mio lavoro è cercare bandi a cui partecipare, pensare a progetti da proporre ai vari enti. Difficilmente arriva qualcuno a bussare alla porta offrendoti lavoro: i liberi professionisti come noi devono crearsi le opportunità, e questo richiede propensione, creatività e pazienza. Oggi abbiamo una rete solida di collaborazioni e sappiamo chi chiamare quando c’è un bando interessante che richiede più figure, o per ideare un progetto articolato facendo rete con tante realtà del territorio.

Che cosa ha imparato studiando e che cosa sul campo?

Studiando ho imparato la creatività, cioè che il nostro cervello non è diviso in parti ma la sua potenzialità è connettere temi diversi. L’elasticità mentale è il segreto delle nostre attività. Sul campo ho imparato che ogni giorno bisogna mettersi in gioco e che puoi fallire. Anche quando progetti bene, può andare male, e, viceversa, proponi un’attività che ti sembra banale e rimani basita da quanto invece risulti efficace.

Come si arriva a fare il suo lavoro?

Io sono diplomata al liceo classico e successivamente ho conseguito la laurea in Scienze forestali all’Università di Padova. Il liceo classico mi ha insegnato a sperimentare – per tradurre dal greco e dal latino bisogna essere creativi! Mi ha allenata ad avere una mente sempre in movimento, e l’amore per la storia mi ha stimolata a raccontare la natura, che è prima di tutto la sua storia. Mi sono iscritta a una facoltà scientifica perché cercavo qualcosa di più pratico che mi garantisse più sicurezza sul lavoro. Scienze forestali è stata la scelta più felice che potessi fare perché ci sono tante materie, e alla fine le utilizzo tutte quante nella mia attività quotidiana di guida. Il lavoro è arrivato un po’ per caso: un compagno di università faceva la guida ambientale a Bolzano e un’estate sono andata ad aiutarlo in rifugio. Allora la nostra attività non era normata e chiunque poteva buttarsi in questa avventura. Per due mesi ho fatto la guida e ho capito che era la mia strada: camminavo nella natura, la raccontavo e la gente si appassionava. Era casa mia. Nel tempo ho partecipato a moltissima formazione, direi che ho studiato di più dopo la laurea che prima, e anche ora continuo a studiare, ad aggiornarmi. Nel frattempo in Italia erano nate delle associazioni di categorie nazionale, la prima delle quali è proprio AIGAE (Associazione Italiana Guide Ambientali Escursionistiche) di cui siamo tutti soci in Mazarol. AIGAE è una specie di sindacato ed è riconosciuto dal MISE, Ministero dello sviluppo economico. Frequentare i corsi, fare l’esame finale e diventare soci permette di svolgere il lavoro di guida naturalistica a livello nazionale.

Ci sono dei corsi abilitanti che insegnano a saper leggere le carte, il meteo, ad accompagnare in montagna, le basi della sicurezza, come gestire un’eventuale crisi di panico e come creare un gruppo. Ai corsi si accede anche con il solo diploma, non serve la laurea, ma io suggerisco di ottenere una laurea scientifica per avere le competenze solide per poter iniziare. Molto importante è infine l’inglese.

Per concludere, che cosa è bene sapere se si vuole fare il suo lavoro?

Si tratta di un percorso molto bello dal punto di vista umano, ma il lato scricchiolante è la rendita. Non si guadagna tanto anche se le competenze sono altissime. Dipende qual è la priorità nella vita. Negli anni con la nostra cooperativa siamo riusciti a passare da un lavoro stagionale a uno che ci garantisca un reddito tutto l’anno, con progetti e partecipazione a bandi. Con questo sistema che alterna turismo, educazione, trekking anche con agenzie di viaggi, stiamo in piedi, ma sicuramente al momento non si diventa ricchi. Inoltre, si tratta di lavorare quando gli altri vanno in giro, cioè nei periodi di ferie soprattutto: estate, weekend, Natale. Le ferie le fai nei periodi morti.

SCIENZA IN PRATICA

La convivenza con il lupo

Un aspetto su cui qui in Dolomiti Bellunesi puntiamo molto è fare buona informazione rispetto ai reali rischi della convivenza con il lupo. Dobbiamo infatti eliminare il concetto del lupo cattivo. Negli elementi naturali non esiste la cattiveria, e la convivenza con il lupo è possibile, con il giusto atteggiamento. Ai bambini per esempio propongo un gioco. Ho una borsa di stoffa con dei peluche che raccontano il lupo e con chi si scontra/incontra. Man mano che dal sacchetto escono vari personaggi (cervo, cinghiale, pastore, pecora, cane da guardia, cane sentinella, recinto elettrificato) piano piano i bimbi superano l’idea che il lupo mangi nonne e bambini, e colgono la complessità della rete di interazioni, comprendendo come tener lontano il lupo dalla pecora e farlo andare dal cinghiale, che è una delle sue “merende” naturali preferita! Accanto a questo facciamo dei giochi per impersonare le situazioni. I bambini imparano che se incontrano il lupo non devono corrergli incontro per accarezzarlo come fosse un cane, ma nemmeno urlare spaventati. Ci si ferma e ci si allontana con calma, perché comunque è un animale selvatico e ha paura di noi. Tanti danni alla natura si fanno anche per eccesso d’amore o per stare vicino agli animali.