Interviste e percorsi

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Dai tuoi interessi al mondo del lavoro

I numeri delle professioni: fisioterapia

Quanti sono fisioterapiste e fisioterapisti in Italia e dove sono impiegati

Numero totale, età, genere e distribuzione sul territorio

A settembre 2022 è nato il nuovo ordine professionale che raccoglie i professionisti e le prefessioniste in fisioterapia, con un albo proprio, separato da quello delle altre professioni sanitarie.

La Federazione nazionale degli Ordini della professione sanitaria di fisioterapista, già attiva a giugno 2022, ha prodotto una stima dei professionisti attualmente attivi iscritti all’albo, cioè 69 848 di cui:

  • 28 704 uomini (il 41,1%);
  • 41 144 donne (il 58,9%).

Attualmente sono 38 gli Ordini territoriali ella professione sanitaria di fisioterapista: il più numeroso è quello del Lazio, con 9620 iscrizioni, cioè il 13,77% dell’intera forza lavoro nazionale, seguito dal macro-ordine lombardo che comprende nove province (tranne Mantova, Brescia, Pavia e Bergamo) e che conta 7597 persone iscritte. Il terzo ordine per numero di adesioni è quello che comprende Napoli, Avellino, Caserta e Benevento con 4692 persone iscritte, seguito da Piemonte-Valle d’Aosta (4.092 iscritti) e dall’Ordine di Bari-Taranto-Barletta-Andria-Trani (2829 persone iscritte).

Oggi, in 29 362, cioè 4 su 10, hanno meno di 40 anni, e sono per metà femmine e per metà maschi. Al tempo stesso, però, 1 su 3, cioè 20 730, ha più di 64 anni, ed è quindi in prossimità della pensione e nell’85% dei casi si tratta di donne.

Il futuro della professione

Sono dati che fanno pensare a quanto la professione sarà richiesta nei prossimi anni, specie in un contesto di un progressivo invecchiamento della popolazione: «Sono numeri importanti che ci pongono al quarto posto, come dimensionamento, tra gli Ordini dei professionisti della Sanità, dopo infermieri, medici chirurghi e odontoiatri e farmacisti», commentava a inizio 2023 il Presidente FNOFI, Piero Ferrante. «Queste cifre indicano che all’interno della nostra professione vi è una robusta classe di giovani fisioterapisti, e dall’altro lancia un piccolo segnale d’allarme per quanto riguarda i tanti colleghi che si avviano a concludere il loro percorso lavorativo. Sono dati che devono far riflettere l’intero sistema accademico, affinché non si realizzi la sciagurata situazione di una ‘carenza di fisioterapisti’ nel nostro Paese, come già accade per altre figure professionali della sanità”.

Fisioterapisti - Zanichelli - Cristina Da Rold
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Dove lavorano

Oggi in Italia si contano quindi potenzialmente 118 persone specializzate in fisioterapia ogni 100 mila abitanti, un rapporto pienamente nella media europea. Scriviamo “potenzialmente” perché essere iscritti all’albo non significa lavorare.

Nel dettaglio, possono lavorare in strutture di diverso tipo: pubbliche (ospedali, centri convenzionati), ma anche in realtà private, gestite per esempio da cooperative, oppure in proprio come libero/libera professionista: un ecosistema che non è facile mappare nella sua interezza. Per il 2020, il Ministero della Salute ha censito 1151 strutture speciifiche per l’assistenza riabilitativa, il 78% delle quali è privata. I posti letto in strutture residenziali sono 14 767 a cui se ne aggiungono 13 827 per l’attività di tipo semiresidenziale. Nel complesso, in Italia sono presenti 48 posti in strutture riabilitative ogni 100 000 abitanti.

Il numero di utenze totali in regime residenziale è superiore a quello in regime semiresidenziale (rispettivamente 41 656 e 18 963 utenze), anche se questa proporzione varia anche di molto a seconda della tipologia di attività riabilitativa. La riabilitazione neuropsichiatrica infantile, per esempio, è quasi sempre svolta in strutture semiresidenziali. Nel 2020 le strutture riabilitative hanno impiegato 53 297 unità di personale di cui il 9,41% medico e il 44.91% specializzato in terapia e logopedia.

Laurea e mondo del lavoro

Secondo i dati Almalaurea, nel 2021 si sono laureate 1692 persone in fisioterapia (563 ragazzi e 1129 ragazze), e il 78% di loro lavorava a un anno dal conseguimento del titolo, con la stessa percentuale fra maschi e femmine. Il 13% ha continuato a studiare, il 4% stava ancora cercando lavoro e il 4,8% di loro non lavorava, né studiava, né cercava lavoro al momento dell’intervista.

L’11% delle persone neolaureate censito da Almalaurea a un anno dal titolo lavorava come dipendente con un contratto a tempo indeterminato, il 28% con un contratto da dipendente ma non standard, il 3,4% era parasubordinato, mentre circa la metà lavorava in proprio. Il 37%  aveva un impiego part time. Solo una persona su dieci era inserita nel settore pubblico, l’80% lavorava invece nel privato e un altro 10% nel no profit. Il 36% lavorava al nord, il 23% nelle regioni centrali e il 33% nel Meridione. Infine, 1 su 200 era andato all’estero.
 

Vi è comunque una questione spinosa ancora non risolta: un importante gap economico. Le ragazze neolaureate hanno una retribuzione media mensile netta di 1223 euro, i ragazzi di 1360 euro. Per approfondire questo aspetto ci rifacciamo a una rilevazione sempre di Almalaurea, del febbraio 2021, in occasione della Giornata Internazionale su Donne e Scienza sul divario retributivo fra laureati e laureate nelle professioni sanitarie (relativo al 2018).

Non si tratta infatti di un problema che riguarda solo la fisioterapia, anche in altri ambiti della sanità i laureati guadagnano più delle laureate: un neo-logopedista percepisce 133 euro in più di una collega, un igienista dentale 119 euro mensili aggiuntivi, un infermiere 84 euro in più.

Il part time su questa fascia di età ha un peso minore rispetto alla media del mercato occupazionale femminile. È più diffuso fra le donne (il 28% contro il 23%), ma dai dati emerge che fra coloro che lavorano a tempo pieno, gli uomini percepiscono il 5,1% in più delle donne: 1509 euro contro i 1436 euro netti mensili. Tale differenziale raggiunge il 37,5% per i laureati del corso in Ortottica (1576 e 1146 euro), il 23% per quelli in Dietistica (1336 e 1086 euro) e il 15% per quelli in Fisioterapia (1515 e 1317 euro). 

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