Interviste e percorsi

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Dai tuoi interessi al mondo del lavoro

I numeri delle professioni: architettura

Quanti sono gli architetti e le architette, come sono distribuiti sul territorio italiano e quanto guadagnano

A febbraio 2023 si contavano 157 410 persone iscritte agli Ordini degli architetti, pianificatori, paesaggisti e conservatori di ente, secondo i dati che ci sono stati inviati dal relativo Consiglio nazionale degli Ordini: di queste, 18 766  risiedono a Roma, 13 314 a Milano, 8958 a Napoli,  6987 a Torino, 4835 a Firenze.

Stando ai dati di Inarcassa, Cassa nazionale di previdenza ed assistenza per gli ingegneri ed architetti liberi professionisti, nel 2021 si contavano, tra le persone iscritte, 84 528 tra architetti e archittette attivi e 7201 persone in pensione.

L’andamento negli ultimi anni

Il numero totale tra architetti e architette è quasi raddoppiato negli ultimi vent’anni, passando dai 48 mila professionisti nel 2000 ai 91,7 mila del 2021, ed è aumentata la presenza femminile: dal 29% al 43%. Eppure, la percentuale di persone sotto i 35 anni non è cambiata come numero assoluto, ed è leggermente calata in percentuale sul totale: nel 2000 erano il 57% delle persone iscritte a Inarcassa, mentre nel 2021 erano il 54%, dopo un calo vistoso del 2020, l’anno della pandemia (dove rappresentavano il 48% del totale).

Le fasce d’età

I professionisti e le professioniste sono distribuiti in modo omogeneo per le varie fasce d’età. Un quinto ha meno di cinque anni di lavoro alle spalle. Secondo le fascie di età, le persone iscritte a Inarcassa, e quindi operanti in proprio, sono:

  • 5725 con meno di 30 anni;
  • 10 mila tra 31 e 35 anni;
  • 10 mila tra 46 e 50 anni;
  • 13 mila tra 51 e 55 anni;
  • 10 mila tra 56 e 60 anni;
  • 7 mila tra 61e 65 anni;
  • 9 mila oltre i 65 anni.

Reddito

Per quanto riguarda il reddito medio, nelle regioni del nord si parla di 24 mila euro netti annui, al centro di 18 euro annui, mentre nel Meridione ci si assesta intorno ai 13 mila euro annui, con variazioni significative fra regioni: ai 16 mila euro dell’Abruzzo e della Sardegna si contrappongono i 10 mila euro annui della Calabria.

La differenza di reddito fra uomini e donne è molto alto: 24 mila euro netti annui per gli uomini e appena 15 mila euro per le donne:

  • nel nord si passa dai 30 mila ai 17 mila euro per le professioniste;
  • al centro dai 22 mila ai 14 mila euro;
  • al sud dai 15 mila ai 10 mila euro annui.

Questo gap vale in tutte le fasce di età, ed è particolarmente ampio dopo il 31 anni, come mostrato nella tabella seguente.

REDDITO ANNUO IN EURO
Età Donne Uomini
Meno di 30 anni 10 mila 12 mila
Fra i 31 e 35 anni  13 mila 17 mila
Fra i 36 e 40 anni   14 mila 21 mila
Fra i 41 e 45 anni 16 mila 25 mila
Fra i 46 e 50 anni 17 mila 27 mila

Si osserva anche un netto calo dei redditi negli ultimi 15 anni, dal 2007 al 2020: nel nord 15 anni fa il reddito medio era di 37 mila euro netti l’anno, oggi di 24 mila; al centro di 30 mila, oggi di 18 mila; al sud di 20 mila euro annui, oggi di 13 mila (sempre dati riferiti a iscritte e iscritti a Inarcassa).

In altri termini, in 30 mila guadagnano meno di 10 mila euro annui netti, altri 15 mila meno di 16 mila euro, solo 6 mila oltre 50 mila euro.

Architetti - Zanichelli - Cristina Da Rold
Infogram

Dalla laurea al lavoro

I dati di Almalaurea ci dicono che nel 2021 si sono laureate alla laurea triennale in Scienze dell’architettura 1889 persone, per il 55% donne; 1453 alla laurea magistrale biennale (il 57% donne), e 2572 persone alla laurea magistrale a ciclo unico in Architettura e Ingegneria civile.

Nel 2021 le persone laureate (magistrali) nel 2018 e intervistate da Almalaurea erano 3312, con un’età media di 27,5 anni. L’83% di loro lavora, mentre il 9,2% né lavora né cerca lavoro. Fra questi ultimi quasi la metà è impegnata in praticantato o in altre attività di formazione. Nella metà dei casi lavorano in proprio, nella stessa percentuale fra maschi e femmine; il 21% è impiegato a tempo indeterinato, il 5% ha contratti formativi, il 13% ha contratti“non standard”.

L’8% di loro a tre anni dal titolo lavora part-time: il 9% delle ragazze e il 6,7% dei ragazzi e solo una persona su dieci lavora nel settore pubblico. Il 42% opera in edilizia, il 34% si occupa di consulenze a clienti di vario tipo, il 5,6% fa ricerca, il 3,5% lavora nel commercio e un altro 3,3% nelle forze armate e nella pubblica amministrazione.

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