Interviste e percorsi

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Dai tuoi interessi al mondo del lavoro

I numeri delle professioni: agricoltura

Quante aziende agricole ci sono in Italia, chi ci lavora, che percorso formativo ha fatto

Due aspetti sono significativi nel panorama del mondo agricolo di oggi. Primo, che solo una piccola parte delle persone giovani che apre un’azienda agricola ha un background “ufficiale” in agraria, a livello universitario o di scuola superiore. La maggior parte di loro proviene da studi completamente diversi. Secondo, non tutte le persone che studiano agraria, per esempio all’università, finiscono per occuparsi di questo ambito.

Quante imprese agricole ci sono in Italia e chi le gestisce

Alla fine del 2022, Istat ha pubblicato il 7° Censimento generale dell’Agricoltura relativo ai dati del 2020. Il censimento ha rilevato oltre 401 mila le imprese con attività principale nel settore agricolo, l’82,4% delle quali è costituito da imprese individuali. L’89% delle imprese ha un’azienda agricola associata e il 18,9% alleva del bestiame.

Chi gestisce queste imprese? Sono 20 mila le persone laureate con meno di 40 anni a capo di un’azienda agricola in Italia. Tuttavia, 15 mila hanno una laurea che non ha nulla a che fare con l’agricoltura, mentre 4700 hanno una laurea in discipline agrarie. A queste imprese si aggiungono le 52 mila aziende under 40 di proprietà di una persona con un diploma di scuola superiore, ma solo in 14 mila casi si tratta di un diploma in agraria. 

Fra gli imprenditori e le imprenditrice agricoli con più di 40 anni, le persone laureate sono 89 mila, di cui solo 12 mila con laurea in agraria.

Aziende agricole - Zanichelli - Cristina Da Rold
Infogram

Lauree dell’ambito agrario e mondo del lavoro

Stando all’ultima rilevazione Almalaurea, nel 2021, per quanto riguarda i corsi di laurea di ambito agrario, i ragazzi e le ragazze che hanno conseguito una laurea triennale sono 4970 (in particolare in Scienze e tecnologie agrarie e forestali, Scienze e tecnologie alimentari, Scienze zootecniche e tecnologie delle produzioni animali) e 2754 quella magistrale, tra cui 1051 in Scienze e tecnologie agrarie e 1057 in Scienze e tecnologie alimentari.

Le donne sono quasi la metà dei laureati. L’aspetto interessante rispetto ad altri corsi di laurea è che fra i triennalisti, ben 7 ragazzi e ragazze su 10 hanno avuto esperienze professionali prima della laurea, una percentuale molto più alta rispetto ad altri settori.

Sempre nel 2021 sono stati intervistati oltre 1000 laureati e laureate magistrali a 5 anni dal conseguimento del titolo: quasi 9 su 10 sono inseriti nel mondo del lavoro ma solo un quarto lavora in agricoltura, meno delle persone impiegate nell’industria. Di questi:

  • il 5,7% lavora in proprio;
  • il 44% svolge professioni scientifiche e intellettuali di elevata specializzazione;
  • il 33% professioni tecniche;
  • il 10% lavoro d’ufficio.

Dal punto di vista contrattuale:

  • il 18% svolge la libera professione;
  • circa la metà ha un contratto a tempo indeterminato;
  • il 20% ha contratti non standard.

Tra le tipologie di lavoro, che sono varie, si segnala che l’8% lavora nel commercio, l’8% fa consulenze, il 18% insegna.

In ogni caso, anche se non diventano imprenditori e imprenditrici agricoli, la maggior parte delle persone laureate in discipline agrarie restano nell’ambito agrario: solo il 7% ha dichiarato di non applicare per nulla le competenze acquisite durante gli studi, mentre il 31% le utilizza, ma in maniera ridotta.

Come sta evolvendo il settore agricolo

​Questo non significa che il comparto agricolo stia vivendo un boom con le nuove generazioni, anzi accade l’opposto. Secondo i dati dell’Osservatorio partite iva del Ministero delle Finanze, nel 2022 le maggiori flessioni nell’apertura di nuove partite iva hanno interessato proprio l’agricoltura (−31%).

​Nell’insieme, oggi le aziende agricole sono meno della metà di quelle che c’erano 40 anni fa, ma sono mediamente più grandi. Le imprese di proprietà di under 40 sono poche, solo il 13%, in calo rispetto al 17% di 10 anni prima, e sono localizzate in percentuale maggiore nel Meridione. Le persone più giovani si dedicano maggiormente al biologico rispetto a quelle con età più avanzata: il 14,5% delle aziende agricole gestite da under 40 coltiva biologico contro il 5,8% delle aziende portate avanti da persone sopra i 40 anni.

Un aspetto interessante è che cresce il numero di donne imprenditrici agricole. Rappresentavano un quarto dei titolari nel 2000, mentre oggi sono una su tre fra i capi azienda.

È diminuita, ma in misura minore, anche la superficie coltivata. Si utilizzano due indicatori per l’agricoltura: la superficie agricola utilizzata (SAU) che rappresenta la superficie delle aziende agricole occupata da seminativi, orti familiari, arboreti e colture permanenti, prati e pascoli; e la superficie agricola totale (SAT) comprensiva di tutte le superfici produttive ed improduttive, cioè anche di boschi, strade e canali.

Come illustrato nei grafici in fondo all’articolo, in ventanni, cioè dall’inizio degli anni Duemila, siamo passati da 2,3 milioni di aziende agricole a 1,1 milioni del 2020, la SAU da 13,1 mila migliaia di ettari ai 12,5 del 2020. Nel 2020 solo poco più di 2 aziende agricole su 10 hanno meno di un ettaro di SAU contro circa 3 su 10 del 2010 e più di 4 su 10 nel 2000. Al contempo, l’incidenza del numero di aziende agricole con almeno 10 ettari di SAU e meno di 100 è più che raddoppiata tra il 2000 e il 2020 (da 8,9% a 20,2%), mentre quella delle aziende agricole con almeno 100 ettari è rimasta sostanzialmente invariata (da 1,5% a 1,6%).

Aziende agricole - Zanichelli - Cristina Da Rold
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