Interviste e percorsi

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Intervista a Brigida Marta, specialista in igiene e medicina preventiva, che si occupa di sanità pubblica

Immagine di copertina gentilmente concessa da Brigida Marta

Brigida Marta, 37 anni, laureata in medicina e successivamente specializzata in igiene e medicina preventiva, dopo diverse esperienze in Italia e fuori, oggi lavora presso il Dipartimento di sanità pubblica della AUSL di Bologna. Collabora inoltre con l’Agenzia sanitaria e sociale della Regione Emilia-Romagna.

INDICE

  • Che cosa trova più esaltante del suo lavoro?
  • Ci spiega in che cosa consiste il lavoro da igienista?
  • Come si svolge una sua giornata tipo?
  • Tra le esperienze che ha maturato, quali sono le più utili per il suo lavoro?
  • Che cosa ha imparato studiando e che cosa sul campo?
  • Perché ha scelto questo lavoro?
  • Come si arriva a fare il suo lavoro?
  • Per concludere, che cosa è bene sapere se si vuole fare il suo lavoro?
  • SCIENZA IN PRATICA – Ci può fare degli esempi di progetto a cui ha partecipato?
  • LE PROFESSIONI

PER APPROFONDIRE

  • Obiettivo: medicina d’igiene – Scopri percorsi di studio e sbocchi professionali

Che cosa trova più esaltante del suo lavoro?

L’aspetto che mi ha spinta a scegliere questa strada, e che mi anima tuttora è che con il nostro lavoro possiamo contribuire fattivamente all’innovazione del sistema dei servizi sanitari, agendo a qualsiasi livello: locale, regionale, nazionale e internazionale. Possiamo agire a monte della malattia, in maniera strutturale, sui i determinanti politici, sociali e ambientali per promuovere migliori condizioni di salute, con un focus importante su promozione dell’equità e contrasto alle disuguaglianze. Poi, sicuramente amo il fatto che sia un lavoro estremamente poliedrico e dinamico, che spazia dalla possibilità di fare ricerca e formazione alla progettazione di interventi socio-sanitari o all’erogazione di servizi. In pochi anni puoi lavorare in ambiti molto diversi, come è capitato a me. Non ci si annoia mai!

Ci spiega in che cosa consiste il lavoro da igienista?

La persona specializzata in Igiene e medicina opera, per esempio, nelle case della salute, nei dipartimenti di sanità pubblica o di cure primarie, nei distretti sanitari, o nelle direzioni ospedaliere. A livello regionale c’è chi lavora in agenzia sanitaria e sociale, o presso i servizi di programmazione e gestione sanitaria che fanno capo alla direzione generale. A livello nazionale gli igienisti possono lavorare in enti come l’Istituto Superiore di Sanità (organo tecnico-scientifico del Servizio sanitario nazionale per formazione, ricerca e sperimentazione in materia di salute pubblica) o Agenas (Agenzia nazionale per i servizi sanitari regionali, che supporta le regioni nell’implementazione delle loro politiche). Infine, si può scegliere di lavorare a livello sovranazionale per enti come ad esempio l’Organizzazione mondiale della sanità, che è un’agenzia delle Nazioni Unite.

Come si svolge una sua giornata tipo?

Dipende molto dal tipo di lavoro che si svolge, la giornata tipo può prevedere momenti di studio e analisi, lettura e produzione di documenti, e molto tempo di lavoro in team, in ufficio e sul campo, dove insieme ai colleghi igienisti e ad altre figure professionali si progettano, implementano e si monitorano interventi, valutando quanto è stato fatto e come proseguire. Sicuramente si incontrano tante persone. Come dicevo l’igienista lavora anche in diversi ambiti, per esempio a livello locale in ambulatori sul territorio, oppure nelle direzioni ospedaliere.

Tra le esperienze che ha maturato, quali sono le più utili per il suo lavoro?

Tutte le esperienze che ho fatto finora sono state molto utili e formative perché mi hanno  mostrato i diversi aspetti di questa professione. Durante il corso di specializzazione ho avuto l’opportunità di fare parte del Centro di salute internazionale e interculturale dell’Università di Bologna, e ho partecipato ad attività di ricerca e formazione-intervento in ambito di salute globale e assistenza primaria, anche in collaborazione con diverse università e servizi brasiliani. Conoscere il Sistema unico di salute brasiliano è stato molto formativo e mi ha aiutata a ripensare il nostro sistema sanitario in ottica di intersettorialità e decentralizzazione.

Dopo la specializzazione non ho seguito il percorso più canonico perché non ho subito sostenuto un concorso pubblico, ma ho preferito aprire una partita iva e lavorare per i primi tre anni presso diversi enti (Agenzia sanitaria e sociale della Regione Emilia-Romagna, Authority sanitaria dello Stato di San Marino, ufficio OMS di Venezia) svolgendo attività di supporto tecnico e collaborando in attività di internazionalizzazione. È stato un periodo per me molto stimolante ed entusiasmante. Successivamente, sono stata assunta presso l’AUSL di Bologna, dove ho collaborato con i miei colleghi  alla gestione della pandemia da SARS-CoV-2 a livello aziendale. Anche questa esperienza è stata molto formativa poiché mi ha permesso di osservare i meccanismi di tenuta e adattamento del nostro sistema di fronte a un’incredibile situazione di emergenza sanitaria. 

Che cosa ha imparato studiando e che cosa sul campo?

Sul campo ho imparato le mille sfumature tra un’idea di progetto e la messa in pratica. Ci sono sempre imprevisti, ostacoli inattesi, è necessario riadattare le proprie proposte, è molto importante saper mediare, saper comunicare, essere diplomatici. Sicuramente sul campo sto imparando a collaborare con altre figure professionali e a bilanciare l’umiltà e la capacità di mettersi in gioco con l’autorevolezza necessaria per difendere le proprie posizioni.  Un’altra cosa importante, secondo me, è la necessità di non distaccarsi mai dal concreto dei problemi quotidiani delle persone. Dobbiamo sempre mirare a una trasformazione del servizio, rimanendo al contempo rimanendo calati nella complessità del mondo.

Perché ha scelto questo lavoro?

Durante il liceo avevo un forte interesse per la cooperazione e la diplomazia internazionale, e per questo avevo scelto il liceo linguistico. Mi interessavano le scienze politiche, il tema delle disuguaglianze sociali e degli strumenti per contrastarle. Insomma, volevo fare qualcosa per contribuire alla società. Al tempo stesso, mi affascinava la professione medica e così ho deciso di studiare medicina lasciandomi aperta la possibilità di dedicarmi negli anni successivi alla cooperazione internazionale in campo sanitario. 

Come si arriva a fare il suo lavoro?

Il percorso è strutturato: prima è necessario laurearsi in medicina e poi conseguire la specializzazione in Igiene e medicina preventiva che dura quattro anni. Appena laureati, anzi oggi già al terzo anno di specialità, si è già idonei a partecipare ai concorsi pubblici, così da essere assunti immediatamente come dirigente medico a tempo determinato o  indeterminato, appena termina il percorso di specializzazione. Il lavoro c’è in questo momento. In alternativa si possono sperimentare altri lavori prima di un concorso pubblico, oppure fare un master o un dottorato.

Per concludere, che cosa è bene sapere se si vuole fare il suo lavoro?

È bene sapere che questo è un lavoro di mediazione, e di co-costruzione. Prima o poi l’igienista nella sua carriera dovrà prendere posizione e saper comunicare, assumendosi delle responsabilità. È un lavoro che prevede la capacità di fare delle scelte e di trovare modalità condivise ed efficaci per risolvere i problemi. Questo significa cercare di andare oltre i propri limiti, e saper collaborare con diverse figure professionali valorizzando i differenti saperi e le diverse prospettive. Inoltre, è un lavoro molto vasto, che richiede curiosità e apertura verso l’innovazione e il cambiamento, e formazione continua per dare sempre nuova linfa al proprio operato e alle proprie idee!

SCIENZA IN PRATICA

Ci può fare degli esempi di progetto a cui ha partecipato?

Ho contribuito alla realizzazione di progetti progettazioni internazionali con interventi “pilota” all’interno di differenti contesti locali. Sono stati percorsi molto entusiasmanti poiché mi hanno permesso di vedere l’impatto di attività di ricerca-formazione-intervento in differenti realtà locali, mettendo in connessione professionisti diversi e partendo dall’analisi delle criticità che i professionisti riscontrano nella loro pratica quotidiana, sia che si trovino in Regione Emilia-Romagna, sia che si trovino in Amazzonia o nello stato di Rio de Janeiro in Brasile. È a partire dal confronto e dall’apprendimento reciproco che è stato possibile sperimentare nuovi modelli di cura e nuovi percorsi assistenziali, coinvolgendo la popolazione locale in una logica di sviluppo territoriale integrato.

 LE PROFESSIONI

Nei dipartimenti di sanità pubblica delle AUSL collaborano molte figure professionali, tra cui persone laureate in:

  • medicina e chirurgia
  • infermieristcia
  • antropologia
  • psicologia
  • sociologia
  • economia, con specializzazione nell’ambito sanitario

Inoltre, si è in contatto con giornalisti e giornaliste ed esponenti della politica locale.

Per approfondire prospettive occupazionali e percorsi di studio, leggi Obiettivo: medicina d’igiene.

Aggiornato al 21 marzo 2022